“Nessuno si salva da solo”: è questo il fulcro del notevole intervento del Prof. Oreste Pollicino in un articolo sul Sole24Ore dello scorso venerdì 13 marzo, in cui si offre una motivazione per cui il Presidente Mattarella si è trovato a dover intervenire in modo deciso nei confronti delle Istituzioni UE.

Dal momento che la reazione iniziale di Bruxelles, e soprattutto di Francoforte, ha lasciato amareggiato il Presidente della Repubblica, quest’ultimo non ha perso l’occasione per ricordare, in modo pacato, ma saldo, agli altri Stati membri dell’UE che

“L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”. 

Il Prof. Pollicino, a giusto titolo, ricollega tale istanza volta all’adozione di iniziative di solidarietà da parte dell’UE all’impegno che l’ordinamento giuridico italiano ha potuto assumere nei confronti della stessa per il tramite dell’articolo 11 della sua Costituzione, vale a dire grazie a quella limitazione della sovranità nazionale che è consentita, in condizioni di parità con altri Stati, se volta alla creazione di un ordinamento che promuova la pace e la giustizia tra le Nazioni.

Il Presidente Mattarella sarebbe quindi intervenuto pubblicamente quasi a voler sottolineare che, essendo l’Italia parte di un più ampio progetto di collaborazione transnazionale per il quale ha sacrificato profondamente la propria sovranità, ci si aspetta che venga riconosciuto lo sforzo che il nostro Paese, primo fra tutti gli Stati membri a dover fronteggiare l’emergenza, sta compiendo per contenere la diffusione della pandemia.

L’Italia intende dimostrare che la restrizione delle libertà personali imposte a tutti i suoi cittadini (nessuno escluso) vuole assumere un significato che oltrepassa i confini nazionali, perché teso alla protezione della salute dei cittadini propri e degli altri Stati UE anche in ragione del sentimento di solidarietà che ci lega sin dal Trattato di Roma.

Nonostante le iniziali titubanze di Bruxelles, pare che l’Unione europea abbia poi preso concretamente atto della drammatica situazione in cui stanno versando gli Stati di almeno mezzo continente, a partire dall’Italia.

A tal proposito, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha quindi dichiarato che l’Unione è pronta a rispondere alle richieste dell’Italia, tramite una maggiore flessibilità nel Patto di stabilità e l’incremento degli aiuti di Stato (fonte: Ansa, 13 marzo 2020).

Data la rapida diffusione dell’epidemia anche ad altri Paesi, l’UE ha intanto costituito una task force di tecnici e commissari per fronteggiare la crisi sanitaria ed economica, composta da diversi commissari (tra i quali il commissario Gentiloni) responsabili dei settori politici maggiormente colpiti dall’emergenza, tra cui gli aspetti macroeconomici, il mercato interno, la mobilità, gli aspetti sanitari e di transnazionalità.

Tra i commissari che si sono subito esposti, Margrethe Vestager ha affermato, per esempio, che l’UE sta lavorando ad un nuovo quadro per orientare i governi su come usare gli aiuti di Stato per contribuire a stabilizzare l’economia (fonte Ansa, 13 marzo 2020).

La Commissione europea, nel frattempo, in un comunicato stampa del 13 marzo (per ora, disponibile soltanto in inglese) ha elencato tutte le aree in cui si prevedono poderosi interventi a tutela della salute dei cittadini, nonché della stabilizzazione del mercato e delle imprese.

Perché, come sostenuto dal prof. Pollicino, “nessuno si salva da solo”.